Lo scialle nero scivolò abbastanza da rivelare le dita nodose della mano pallida. La mano si strinse in un pugno e bussando contro la porta in legno emise un suono vuoto e inquietante.
Aprì Carmela, ma non si spaventò. Aspettava quella visita, e si era preparata.
– Carme’, ma davvero? Vuoi davvero venire con me? Là fa freddo, e non c’è nessuno. Io devo correre nel mondo, falciare esistenze e trasformarle in ricordi e lutti, e pianti. Non ci sono mai, dall’altra parte. Sono sempre nel mondo.
– Si sieda, che le preparo un caffè, poi verrò con lei. Le racconto una storia che non conosce.
Nella stanza cominciava a formarsi un odore fetido di gas e ferro, la luce del lampadario pareva non bastasse a sconfiggere il buio. Carmela versò il caffè nelle due tazzine, l’ospite ringraziò.
– Ha fretta?
– Non ho mai fretta, arrivo quando devo. Racconta.
– Una cosa, volevo: che Stefano tornasse a casa. Lei non lo sa, perché non ha figli e per fortuna non fa preferenze, ma se a una madre tolgono un figlio in questo modo, non è che restare sani abbia molto senso. Se qualcuno la implora, signora Morte, di andarlo a prendere, perché è disperato: capisce anche lei che ha le sue buone ragioni. C’è gente che si ammala pur di non convivere con certe scomparse, sembra che dall’anima il male passi al corpo, non so come ci riusciamo ma è così che capita. Mio figlio lei se l’è preso perché gliel’ha chiesto qualcun altro, e neppure lo conosceva. L’hanno illuso di poter uscire con una bella ragazza, e invece l’ultima passeggiata l’ha fatta con lei. Lo capisce, quanto è grande questo vuoto?
– Carme’, mi dispiace, ma no. Non lo capisco. Io sono andata a prenderlo perché dovevo, non ho idea del vuoto che lascio.
– Be’, è grande. Mi ha invaso l’anima e tolto il sonno, e i sogni e la voglia e il destino. E dopo, cosa rimane da vivere?
– Continuiamo a parlare di argomenti a me ben poco noti. Hai finito il caffè?
– Posso farle ancora una domanda, e poi andiamo?
– Prova, vediamo se posso rispondere.
– Ho fatto bene a invocarla con questa insistenza? O dovrei provare a resistere ancora? Magari Stefano torna.
– Non credo tornerà. E sul restare in vita, capisci anche tu: chiedi alla persona sbagliata. È tardi Carme’, andiamo?
– Devo chiudere gli occhi?
– È uguale, ma forse è meglio di sì. Vuoi salutare qualcuno?
– E per dire cosa?
– Non so, a molti basta uno sguardo.
– Andiamo, andiamo via e basta.
– Hai visto Carme’, è passato un giorno e li hanno presi tutti e tre, quelli che mi hanno mandato a prendere Stefano. Magari se avessi aspettato ti avrebbe dato un po’ di forza.
– Io una cosa, volevo. E a casa Stefano non c’è ancora tornato.