“Hai presente S.? Biondo, basso. Amico di quel tuo cugino.”
“Ah, sì. Bè? Non lo vedo da una vita.”
“Certo che non lo vedi, non lo vede nessuno. È partito tre anni fa per Londra.”
“E buon per lui. Perché ne stiamo parlando?”
“Così, perché mi sono ricordato di cos’è che aveva fatto sapere in giro prima che partisse.” “Tipo?”
“Diceva che non l’avremmo mai più rivisto, che aveva chiuso con la vita monotona di qui. Ha lasciato il lavoro che aveva ed è andato incontro al suo futuro, parole sue.”
“Tonti noi che il futuro lo cerchiamo qua, no?”
“Bè, no. Non è che dava del tonto a nessuno. Però sai, aveva quell’aria determinata e fiera, era così fermo sulla sua decisione che ti veniva da partire con lui. Ti faceva sentire tutto stretto addosso: pochi negozi, le solite stesse cose da fare, tutti parlano male di tutti, è pieno di vecchi. Lui cercava altro.”
“Ah. Altro.”
“Altro in generale, non specificava mai.”
“Ognuno vive come preferisce, non so cosa dirti. E anzi, ripeto, non so neanche perché ne stiamo parlando.”
“Stamattina l’ho visto.”
“Qui?”
“Qui, al supermercato.”
“Ah. Bello, no?”
“Bello cosa?”
“Quando tornano a casa.”
“Molto.”